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Lui & Lei

Innocenza Ingannevole


di Mesx
24.02.2017    |    10.033    |    1 9.5
"La situazione si era fatta molto più bollente tutta di colpo..."
Conobbi E ad una grigliata di pasquetta. Quelle piene di amici, alcool e cibo. Splendeva anche un bel sole, una giornata ottima insomma.
Una ragazza estremamente solare ma anche molto timida. Al tempo, fidanzata con il peggiore dei coglioni.
Iniziai a parlarci tra una mangiata e l'altra, era davvero simpatica! Una dalla battuta sempre pronta si, ma anche una con cui fare dei gran bei discorsi, dimostrando una certa intelligenza.
E non era di certo una top model. Diciamo che il mio modo di vederla, con quello dei miei amici, era parecchio discordante.
Chi la riteneva una brutta ragazza, chi la riteneva normale ma con la quale non avrebbe mai fatto nulla.
Poi c'ero io, che la ritenevo carina, nonostante il suo fisico molto magro e il suo un po' a palla.
Sarà che spesso non mi interesso troppo dell'aspetto se mi trovo bene a parlare.
La rincontrai molti mesi dopo, in centro, al bar al quale vanno un po' tutti.
"Ehi ciao E!"
"Oh ciao! tutto ok?"
"Si e tu?"
Classiche frasi di chi non si vede da un po'. Ci fermammo dunque a prendere un caffè insieme e a scambiare due chiacchiere.
Non fui molto delicato nel chiederle come mai non fosse col ragazzo. Sinceramente, nemmeno ci avevo pensato.
"Si beh, non stiamo più insieme, ci siamo lasciati due mesi fa."
Feci la classica espressione di chi si rende conto di aver toccato un tasto dolente.
"Oddio E scusa! Non ci ho proprio pensato davvero, perdonami..."
"Tranquillo, cose che succedono. Stavamo insieme da parecchio, però era palese che nell'ultimo periodo avesse un'altra."
"Brutta storia. Mi spiace! stupido lui che non ha compreso di avere una ragazza splendida su molti punti di vista al suo fianco."
"Beh ti ringrazio." Arrossì.
Non lo avevo nemmeno detto per provarci, volevo solo risollevare un po' la sua autostima.
Parlammo del più e del meno, fu una piacevolissima conversazione.
"Scusa ma ora devo scappare, vado a ripassare un po' che domani ho un esame e poi per sta sessione ho finito!"
"Oh certo! buona fortuna allora!"
Ci scambiammo i numeri di telefono, ma ammetto che al momento non provavo chissà quale interesse.
Tuttavia, mi scrisse poi lei il giorno dopo.
"Ehi! l'esame è andato bene, che fai? :)"
"Niente di che, sono contento sia andato bene comunque!"
"Ti va di fare due passi? Ho bisogno di camminare un po' dopo tutto lo studio di queste ultime settimane!"
Organizzammo quindi l'uscita e ci vedemmo nel primo pomeriggio.
Anche quel giorno il sole era abbastanza alto nel cielo. L'aria era calda, il che rendeva la passeggiata più piacevole.
Andammo al parco, ci fermammo ad un bar li vicino a prendere una bibita rinfrescante dato che faceva parecchio caldo ecc.
Una tipica uscita insomma, niente di eclatante.
Ci sedemmo su una panchina vicino alla fontana del parco.
"Sai, mi piace stare con te."
Io rimasi in silenzio.
"Nel senso, sei una piacevole compagnia, dovremmo uscire più spesso magari!"
"Perché no, ci sta! poi stiamo andando verso la bella stagione!"
Iniziammo quindi ad uscire più spesso, ed uscimmo più o meno per un mesetto. Non tutti i giorni, ma molti di essi.
In uno di quei giorni lei si fece trovare molto più curata del solito. Taglio nuovo di capelli, trucco, vestita casual ma con migliori accostamenti.
Fu una giornata diversa, ci prendemmo per mano camminando, ci scambiammo abbracci e coccole...ci baciammo per salutarci. Qualcosa era scattato.
Ovviamente ne parlammo per messaggi, e decidemmo di darci una chance.
Passò un altro bel po' di tempo, stavamo bene insieme.
Poi un giorno lei mi chiese:
"Cosa ti attira di me?"
"Non saprei, sei una ragazza tanto intelligente, e poi sei davvero carina. Ispiri tanta tenerezza e innocenza."
"Mi fa piacere che è questo che pensi di me..." e a sua volta mi elencò cosa le piaceva di me.
Poi si sa come va tra ragazzi.
Una sera prima è tutta frasi tenere e cose carine, una sera dopo ci si sfotte e ci si prende in giro scherzosamente. Fu quella sera che dissi che la provocai per la prima volta.
"Ma piantala E, sei troppo carina ed innocente per essere una che fa porcate."
"Ah è questo che pensi? Ti sbagli di grosso caro ;)"
"Mi sbaglio di grosso? Io non ci credo, non sei vergine di sicuro data la tua precedente relazione, ma sicuramente non sei una tigre a letto."
"Continui a sbagliartiiii"
"Dai allora dimostrami che mi sbaglio!"
E lo fece. mandandomi una foto nuda dove si infilava un dildo nella figa davanti allo specchio della sua camera.
Precisiamo, non avevamo neanche mai fatto sexting, era una serata di scherzi che stava traviando in discordi perversi.
"Ok, questa non me la aspettavo."
"Dai dai, è il tuo turno! ;)"
Finimmo quindi a scambiarci foto porche e frasi piccanti. La situazione si era fatta molto più bollente tutta di colpo.
A fine del nostro giochino lei un po' imbarazzata lo era, ma come lo ero anche io.
"Domani con che coraggio ci guarderemo in faccia? ahaha" mi chiese lei.
Il giorno dopo non fu diverso dagli altri inizialmente. Andai a prenderla sotto casa, facemmo passeggiate ecc.
Ormai la bella stagione era più che avviata, eravamo nel pieno dell'estate. Pantaloncini e T-shirt erano un must.
Andammo alla solita fontana che tanto ci piaceva a riempirci di baci e abbracci come al solito.
"Mi fa così strano dopo ieri sera...." disse lei.
"Si beh, ieri sera abbiamo alzato leggermente i toni" risposi ridendo.
"Non che mi sia dispiaciuto eh." detto praticamente insieme.
Ci guardammo e ritornammo ai baci, ora un po' più passionali di prima.
Feci scivolare una mano sulle sue cosce, stringendola un po'.
Lei la fece scivolare sul petto, e piano piano, entrambe puntavano all'inguine dell'altro.
Lei si guardò intorno, poi andò decisa con la mano sulla patta a palparmi il cazzo.
A quel punto io seguii palpandole la figa dagli shorts.
"Andiamo da me?" mi chiese.
"E me lo chiedi? subito."
Ci fiondammo a casa sua, e fu un trauma persino salire le scale per quanto ci volevamo.
Giunti oltre l'uscio della porta lei iniziò a sbottonarmi i pantaloni e si lanciò ad una sega. Cazzo se era brava.
Andammo sul divano del salotto, dove ebbi modo di ricambiare con due dita a cercare il punto G dentro la sua figa.
Quel giorno ci fu solo un po' di sana masturbazione reciproca, conclusa con me che lo sborravo sulla maglietta bianca.
"non importa, la lavo."
I giorni successivi furono dediti a scoprirci sessualmente, tra pompini, leccate di figa, rimming ecc.
Ma ancora niente campo base.
Il giorno in cui accadde però, rimasi shockato da quel lato che E mi aveva tenuto nascosto sino a quel momento.
E viveva da sola da un po' ormai. I genitori le passavano i soldi per l'affitto, il resto se lo pagava tra borse di studio ed un lavoretto part-time.
Ci eravamo messi d'accordo prima che sarebbe stato il grande giorno, e lei aveva in mente grandi cose.
Bussai alla porta.
"Chi è?"
"Sono io piccola!"
Lei mi aprì ed io rimasi a bocca aperta.
Un completino ultra-succinto in latex che lasciava scoperte figa e tette, stivali alti al ginocchio ed un frustino in mano.
"Benvenuto, entra dai." mi disse con voce sensuale.
Io camminavo tipo pinguino a causa del cazzo duro con i jeans stretti per quanto corti.
"Vai di la in salotto e spogliati, poi chiamami."
Così feci. Tuttavia cominciavo a temere che E fosse una dominatrice ormai. Non è esattamente una cosa che amo.
"Fatto!" le gridai dalla stanza.
Lei entrò con un dildo abbastanza grosso e il frustino.
"E, capiamoci subito, non mi faccio dominare."
Lei rise.
"Sciocco, non sono di certo per te."
Posò gli oggetti sul divano accanto a me, e si stese girata di culo sulle mie ginocchia.
"Sono stata tanto cattiva, sculacciami..."
ORA SI CHE RAGIONAVAMO CAZZO!
Presi a schiaffi il suo culo morbido e piccino con forza.
Lei apprezzava, ma non sembrava particolarmente soddisfatta.
"Più forte..."
Schiaffeggiai più forte.
"Di più!"
"E più forte di così viene difficile..."
"Usa il frustino allora, ma fammi male ti prego..."
Chi cazzo aveva mai usato un frustino sadomaso? Io non di certo. Andò comunque discretamente bene ed il suo culo si era fatto rosso come un peperone.
"Sono tua, padrone. Fammi ciò che vuoi."
Non avevo mai avuto una vera e propria slave, volevo proprio vedere fino a che punto si sarebbe spinta.
"Prendi i tuoi giocattoli, vediamo un po'."
Tirò fuori un po' di tutto, a quanto pare amava davvero il sado.
Presi il buttplug.
"Infilatelo."
Lei obbedì.
Poi presi il dildo e glielo misi nella figa.
"Ora scopati entrambi i buchi per me, schiava."
Lei non si tirava dietro a NULLA.
Spinsi il gioco sempre più avanti, tra mollette per i capezzoli, collari ecc.
Lei godeva un sacco a sentire dolore.
Però in tutto questo non ci avevo ancora messo il cazzo.
Tolsi tutti i giocattolini dal suo corpo, presi le manette e la ammanettai dietro la schiena.
Dopo la portai in camera da letto.
Una bellissima camera rossastra, con coperte leopardate.
La buttai sul letto a culo in aria, infilai il preservativo.
Non la avvisai nemmeno, entrai direttamente.
"Oddio! aaah"
Iniziai a scoparla forte, tirandole i capelli e facendola gridare come una matta.
Non oso immaginare cosa stessero pensando i vicini.
La scopai duro sia nella figa che nel culo. Lei non obbiettava su niente.
Fu una scopata abbastanza energica, durata circa 10 minuti. Niente di troppo longevo.
Mi sfilai il preservativo e sborrai sul suo bel faccino arrossato dalla fatica.
"Hm, è stata una nuova esperienza per me, niente male questi giochetti."
"Sono contento che ti siano piaciuti hehe.."
"Vado un attimo in bagno a pisciare."
Lei mi afferrò per le gambe.
"No."
"Cosa no?"
"Mai sentito parlare di pissing?"
I miei occhi si illuminarono come un bimbo con le caramelle.
"Beh però ti sporco il pavimento."
"Hm, su questo hai ragione, andiamo in bagno."
Ci mettemmo nel piatto della doccia.
"Dai, apri la doccia tesoro."
Iniziai prima dandole degli schiaffetti con il cazzo. Poi mi lasciai andare.
La mia urina scorreva sul latex e sul suo corpo.
"In bocca ora..." disse prima di tirare fuori la lingua.
Lei la bevette quasi tutta.
"Aaah, mi ci voleva proprio dopo tutta questa astinenza."
"Ma quindi queste cose le facevi anche con lui?"
"Si, ma gli facevano schifo. Sembra tu abbia apprezzato invece."
"Decisamente."
Aprii l'acqua della doccia in modo che lei potesse sciacquarsi.
"Sappi che è stato un vero piacere essere la tua schiava, padrone."
Ogni volta che mi chiamava padrone godevo dentro di me.
"Quindi deduco lo rifaremo."
"Beh, solo se diventiamo coppia di fatto. Nessuno deve sapere di cosa facciamo qua dentro."
"Ok dai, allora, vuoi essere la mia ragazza, E?"
Lei diede una leccata all'uccello molle.
"Si."
Poi riprese a succhiarlo piano piano.
Ma questa, è un altra storia.
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